L'articolo è stato letto 5703 volte
Nazionale • Italia

facebook
twitter
0
linkedin share button

Siamo tutti irrazionali?

I mercati finanziari sono spesso caratterizzati da decisioni irrazionali ed emozionali.

Gli investimenti in borsa non sono sempre frutto di un percorso fondato su scelte consapevoli e coerenti. Anzi, spesso è vero il contrario, e i mercati finanziari si trovano a essere corollario di decisioni irrazionali ed emozionali. Lo studio dei comportamenti irrazionali è alla base dell’economia comportamentale.

Possiamo definire l’economia comportamentale come “una branca dell’economia che, a partire dall’analisi sperimentale e impiegando concetti tratti dalla psicologia, elabora modelli di comportamento alternativi rispetto a quelli formulati dalla teoria economica standard” (Dizionario di Economia e Finanza, 2012).

Nel 1979, gli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky elaborarono una teoria destinata a fare la storia di tale disciplina: la teoria del prospetto. I due studiosi dimostrarono come gli esseri umani tendano sistematicamente a violare i principi di razionalità economica prevista dalla teoria dell’efficienza dei mercati, secondo cui l’essere umano è un ottimizzatore perfettamente razionale che massimizza il guadagno di lungo periodo.

Attraverso l’analisi delle scelte compiute in condizioni di incertezza, Kahneman e Tversky osservarono quattro specifici effetti legati ai processi decisionali individuali:

  • effetto contesto (o “framing”): il contesto e, nello specifico, il modo in cui un problema viene formulato, influenza la scelta finale dell’individuo;
  • effetto certezza: l'individuo preferisce ottenere un guadagno basso ma certo piuttosto che un guadagno più elevato ma probabilistico;
  • effetto riflesso: l'individuo attribuisce maggior peso alle perdite potenziali rispetto ai guadagni potenziali, mostrando avversione al rischio nel caso in cui le varie alternative di scelta abbiano tutte esito positivo ( preferisco guadagnare 500 euro sicuri piuttosto che avere il 50% delle probabilità di guadagnarne 1000 e il 50% delle probabilità di guadagnare 0) e propensione al rischio nel caso in cui le varie alternative di scelta abbiano tutte esito negativo (preferisco avere il 50% di probabilità di perdere 1000 euro e il 50% delle probabilità di perdere 0 piuttosto che avere la certezza di perderne 500); pertanto, Kahneman e Tversky dimostrarono che gli individui presentano una naturale avversione alle perdite, ovvero sono più interessati a evitare una perdita piuttosto che ottenere un guadagno;
  • effetto isolamento: gli individui tendono a scomporre le varie alternative di scelta al fine di semplificare il processo decisionale, selezionando soltanto alcune informazioni in base a schemi individuali soggettivi piuttosto che valutare l’opzione nella sua complessità. Kahneman e Tversky hanno posto l’accento sull’importanza della componente psicologica in economia e finanza, prosecutori di quella disciplina che si occupa proprio di studiare la sfera emotiva degli investitori e il modo in cui essa condiziona le scelte di investimento: la finanza comportamentale.

 

Francesco Adile

Marketing & Innovation Manager - Thanks Finance

francesco.adile@thanksfinance.it

 

2021 Copyright © - Riproduzione riservata
I contenuti sono di proprieta' di FFA Eventi e Comunicazione s.r.l. - PI: 05713861218
Vietato riprodurli senza autorizzazione
Utilizzando il sito Web di Economia News, l’utente accetta le politiche relative ai cookie.
Continua