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Reddito di Libertà alle donne vittime di violenza: requisiti e domanda

Previsto un contributo di 400 euro al mese per un anno. Il requisito essenziale per poter ottenere il Reddito di Libertà è quello di essere seguite da un centro antiviolenza riconosciuto. 

Grazie al Reddito di Libertà le donne seguite dai centri antiviolenza riconosciuti dalle regioni e dai servizi sociali possono ricevere fino a 400 euro al mese.

Il Reddito di Libertà, introdotto con il governo Conte II, nel decreto Rilancio, trova sua applicazione con circolare INPS 8 novembre 2021, n. 166 che illustra nel dettaglio la disciplina del Reddito di Libertà, specificando i requisiti di accesso al beneficio, il regime fiscale e le compatibilità con altre misure di sostegno come il Reddito di Cittadinanza o altri sussidi economici anche di altra natura (REM, NASpI , Cassa Integrazione Guadagni , ANF, ecc.). Sono fornite, inoltre, le indicazioni per la compilazione e la presentazione della domanda che deve essere presentata all’INPS dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, tramite il Comune di residenza, utilizzando il modello allegato alla circolare.

Il fondo istituito è di 3 milioni di euro ed è stato suddiviso su base regionale in base al numero di donne residenti con età compresa tra 18 e 67 anni.

Faremo uno speciale sulla misura del Reddito di Libertà, perchè questo strumento, che accogliamo positivamente nell'"intenzione",  ci lascia l'amaro in bocca quando leggiamo delle risorse stanziate a copertura e delle modalità di accesso. Per questa misura è stato scelto un nome impegnativo, a voler significare emancipazioneindipendenzaautonomia.

Uno stanziamento, come detto, che definirei irrilevante. Stiamo parlando di oltre 20.000 di donne che ogni anno vengono accolte nei centri antiviolenza in Italia. I soldi stanziati, che dovrebbero agevolare il percorso di autonomia, saranno concessi al massimo a 625 donne.

Stiamo parlando di donne che a fatica denunciano, ed una delle motivazioni per cui sono indotte a non farlo è proprio la mancanza di autonomia economica. I centri antiviolenza offrono aiuto attivo nell'inserimento sociale e nella ricerca di lavoro ed in alcuni casi anche alloggi temporanei.

E allora mi chiedo perchè per richiedere il Reddito di Libertà una donna debba affrontare un percorso tortuoso, e dover ottenere dal centro antiviolenza attestazioni quali "la condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinario e urgente" e allegare il "percorso di emancipazione e autonomia intrapreso".

Ma le difficoltà per ottenere questo Reddito di Libertà non finiscono qui, e la riprova è il fatto che se una "donna" si è appena rivolta ad un centro antiviolenza, e quindi non ha ancora intrapreso il "percorso di emancipazione e autonomia", non può richiedere il Reddito di Libertà.

 

Il Reddito di Libertà consiste in un contributo economico, stabilito nella misura massima di 400 euro mensili pro capite, concesso in un’unica soluzione per massimo 12 mesi, entro il limite delle risorse assegnate a ciascuna Regione o Provincia autonoma

Il Reddito di Libertà potrà essere utilizzato per le spese a cui devono far fronte le donne per riacquisire la propria autonomia personale e quella dei loro figli. Ne possono fare richiesta le cittadine italiane, comunitarie o extracomunitarie con regolare permesso di soggiorno, chi godono dello status di rifugiato o di protezione sussidiaria.

La domanda per il Reddito di Libertà viene presentata dalle donne interessate, direttamente o mediante un rappresentante legale o un delegato, per il tramite del Comune competente per residenza, utilizzando il modello allegato alla cirolare. Il termine per presentare le domande è il 31 dicembre 2021 e i fondi saranno assegnati fino a esaurimento budget.

Nel modulo si dovrà attestare "la condizione di bisogno ordinario o la condizione di bisogno straordinario e urgente", rilasciata dal servizio sociale del territorio, e allegare "il percorso di emancipazione e autonomia intrapreso", documento rilasciato dal legale rappresentante del centro antiviolenza.

Sarà l'operatore comunale ad inserire l'istanza, accedendo al servizio online di presentazione della domanda stessa, inserendo nella barra di ricerca del sito INPS i termini "Prestazioni sociali dei comuni" e selezionando "Prestazioni sociali: trasmissione domande, istruzioni e software".

Dopo la trasmissione della domanda verrà effettuata un'istruttoria automatizzata, da pate dell'INPS, per verificare la disponibilità degli importi da erogare e la titolarità del conto corrente indicato nella fase di presentazione della domanda.

L'esito sarà comunicato ai Comuni ma anche alla persona interessata, attraverso l’email o il recapito telefonico fornito in sede di compilazione della domanda. Nel caso in cui la richiesta non venga accolta per mancanza di risorse, l’accoglimento potrà avvenire in un momento successivo. Tutte le domande non accolte alla data del 31 dicembre 2021 saranno scartate.

 

Fonte: Circolare 8 novembre 2021, Decreto 17 dicembre 2020

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