Venezia, dopo 40 anni torna in laguna il corso Azzurra
Provenienti da varie località italiane e del mondo, si sono riuniti sabato 30 settembre a Venezia rappresentanti delle forze armate, della nobiltà, dell’imprenditoria, del giornalismo, della ricerca e della migliore borghesia per celebrare il quarantennale dal loro ingresso nel prestigioso e glorioso Collegio Navale Morosini della Marina Militare, oggi denominata Scuola Navale Militare.
La città lagunare che a metà degli anni 80, vedendoli girare in divisa in giovane età, era sovente avere atteggiamenti contrastanti nei loro riguardi, ha definitivamente voltato pagina accogliendo con entusiasmo lo sbarco sull’isola dei fieri ex allievi di uno dei più importanti corsi che il Collegio, fin dalla sua nascita nel 1937, come "Collegio Navale della Gioventù Italiana del Littorio" per preparare i giovani al servizio nella Regia Marina, abbia avuto, il Corso Azzurra.
La cerimonia tenutasi nell’aula magna della Struttura Militare di Sant’Elena, alla presenza dei vertici religiosi e della Marina alla guida della Scuola Navale, nonché di Assomorosini, ha avuto momenti di grande nostalgia nel ricordo di chi non c’è più e dell’intensità degli anni trascorsi insieme.
Dopo il giro istituzionale all’interno del Morosini, l’attuale classe dirigente del Paese ha reindossato i panni degli allievi sfilando in formazione militare nel famoso campaccio e nel pomeriggio è tornata a bordo della Nave a Vela Palinuro con la quale nel 1984 aveva navigato per la prima crociera addestrativa.
L’evento di fine settembre, con il suo valore intrinseco, è una ulteriore conferma di come questa Istituzione fornisca “un bagaglio culturale e di esperienze fuori dal comune, puntando su un’azione educativa finalizzata all’elevazione morale e allo sviluppo della personalità degli allievi attraverso il consolidamento dei principi di dignità e di solidarietà umana”.
Fuori da ogni rischio di dietrologia politica, qui continuano a formarsi le classi dirigenti che poi conservano nei loro cuori e nelle loro menti, dimostrandolo nell’operato quotidiano, il motto impresso sulla facciata dell’edificio principale: Patria e Onore.