Marta Leonori: se l'otto è un'opportunità per tutti.
Il Covid ha evidenziato e amplificato alcuni di quegli aspetti critici già presenti all’interno delle nostre società. Come noto, la nozione di crisi, nella sua accezione corretta e più feconda, sembra coincidere con il significato semanticamente originario, ed evoca le idee di scelta, giudizio e risoluzione: in questo senso, crisi è un concetto che ha un legame importante con un pensiero critico, con il dover cercare criteri di giudizio e azione per far fronte a una situazione, appunto, critica.
E una situazione di crisi è quella che caratterizza la nostra società contemporanea, legata, da un lato, a una generale crisi della cultura, intesa come momento di svolta e di profonda trasformazione delle strutture politiche, sociali ed economiche, e, dall’altro, proprio all’emergenza Covid-19.
Da questo punto di vista, la crisi provocata dal virus sembra aver accelerato il confronto necessario con la crisi del modello sociale ed economico degli ultimi decenni e con la profonda trasformazione che interessa a diversi livelli e forme di vita sociale contemporanee.
Ebbene, di fronte a tali cambiamenti e alle criticità che in molti casi si lega ad essi, l’emergenza del Covid-19 sembra rappresentare, per un verso, una sorta di lente di ingrandimento, e, per altro verso, uno stimolo a cercare risposte e modelli alternativi di sviluppo sociale e di gestione politica.
Sulle colonne de “La Repubblica”, la direttrice centrale Istat Linda Laura Sabbadini chiede al governo di fare la sua parte, perché che la Giornata internazionale della donna non sia la ricorrenza dei proclami.
Perché il nostro paese esca dalla crisi aggravata dalla pandemia e conosca una nuova stagione di sviluppo è necessario ripartire dalle donne.
L’auspicio è, quindi, che il pensiero rivolto alle problematiche delle donne si trasformi in opportunità per tutti.
Partendo dai prossimi mesi, dai progetti che saranno contenuti nel Recovery Fund, dalla nuova programmazione europea e dalle riforme per rendere il nostro paese più competitivo, equo e sostenibile.
Se il la pandemia da Covid-19, come dimostrano i dati, ha contribuito a peggiorare la condizione femminile (disoccupazione maggiore rispetto agli uomini, gap salariale e di opportunità), l’azione che ne deriva è lo spazio che si apre per le donne.
In questo senso, il Protocollo d’Intesa per le Politiche attive del Lavoro, da poco siglato tra la regione Lazio e le organizzazioni sindacali, avvia un percorso di uscita dalla crisi.
Nella nostra regione, i dati forniti dal “Rapporto sul Mercato del lavoro e la contrattazione 2020” del CNEL e le elaborazioni Istat 2021, mostrano come nel terzo trimestre 2020 il numero degli occupati nel Lazio sia diminuito di 116mila lavoratori rispetto al terzo trimestre 2019 e il crollo dell’occupazione femminile sia stato del 5,7 per cento superiore rispetto al calo degli occupati uomini (al 4,1 per cento).
Sono queste le ragioni che hanno spinto l’amministrazione della Regione Lazio a non voltarsi e a decidere cosa fare e, in questo senso, a mettere in campo misure dedicate per favorire l’inserimento lavorativo per le donne, «attraverso incentivi all’assunzione delle donne a favore di micro, piccole e medie imprese, alla formazione in discipline tecnico scientifiche, a progetti di autopromozione e creazione di impresa», come recita il Protocollo.
Politiche dedicate e incentivi non possono che andare di pari passo con una trasformazione culturale, ossia gli stimoli di crescita devono necessariamente passare per la trasformazione della condizione delle donne.
E allora, la giornata dell’otto marzo oggi assume un valore nuovo ma, contemporaneamente, rinnova significati antichi: senza le donne, senza il nostro impegno, il nostro lavoro, le nostre battaglie la società non potrà fare passi in avanti.
Solo un vero piano di trasformazione sociale, che parta dalle rivendicazioni del mondo femminile, permetterà di superare le criticità del nostro tempo.
Marta Leonori
Consigliera PD Regione Lazio