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Letizia Airos: Non c'è più crescita economica senza equità di genere

8 marzo, si celebrano le donne. Non si può ricordare questa data senza pensare ai problemi che l’occupazione femminile sta affrontando, da più di un anno, a causa della pandemia. E’ un periodo in cui purtroppo, ancora una volta, proprio le donne subiscono i danni maggiori nel mondo del lavoro. Questo in Europa come negli USA, luogo dove sto scrivendo.

La società americana è certo molto complessa, non si può parlare di opportunità lavorative per il genere femminile, contrapposte a quello maschile, senza fare considerazioni legate ad etnie, condizione sociale e senza riportare differenze tra i diversi Stati dell’Unione

Va ricordato che, prima della pandemia,  il gap più evidente era negli stipendi.

La situazione peggiorava per le donne ispaniche e di colore che prendevano rispettivamente il  49% e il 59% degli  uomini bianchi. Numeri impressionanti che si attenuavano certo per le donne bianche rimanendo,  in ogni caso, inaccettabili.

Alla fine,  in media, una donna che lavorava a tempo pieno guadagnava 80,7 centesimi per ogni dollaro, rispetto ad un uomo che faceva lo stesso orario.

Ci sono stati certo dei progressi, negli ultimi anni, verso la parità retributiva tra i sessi, ma secondo l'Istituto per la ricerca sulle politiche delle donne (sempre in uno studio prima della pandemia) l'obiettivo non sarà raggiunto fino al 2059

La maggior parte degli Stati negli USA ha attuato leggi contro la discriminazione di genere e il Civil Rights Act del 1964 protegge le donne a livello federale, ma i problemi continuano a persistere. La differenza è maggiore o minore a seconda degli Stati. In Louisiana il divario retributivo di genere è il più grande della nazione

Questo per parlare solo di uno degli aspetti legati al lavoro delle donne negli USA, andrebbe certo svolta anche una riflessione su diversi altri temi come la provenienza sociale e sui ruoli delle donne all’interno del mondo del lavoro ancora raramente apicali.

La pandemia ha peggiorato la situazione e per le donne il conto è ancora più salato.

Sono diversi gli studi negli USA che affrontano i danni per le donne nel mercato del lavoro causati dal COVID-19

In sostanza le ragioni evidenziate sono due. 

  • 1 - Le industrie hanno dovuto chiudere o ridimensionare i propri impiegati. Bisognerebbe entrare certo nel dettaglio (come ho scritto considerare etnia, luogo, tipo di occupazione), ma in linea di massima le donne hanno subito un destino non molto dissimile da quello degli uomini.
  • 2 -  Hanno chiuso asili nido, scuole primarie, è mancata l’assistenza ai minori e ai familiari fragili. La disastrosa crisi economica provocata dalla pandemia ha colpito i fornitori di servizi per l'infanzia.  In questo caso le donne hanno subito i maggiori danni.

Mi soffermo su quest’ultima ragione.

Ricordo un articolo del Washington Post che, all’inizio dell’estate scorsa,  titolava "La crisi dell'assistenza all'infanzia del Coronavirus riporterà le donne indietro di una generazione". Era solo uno dei tanti che metteva in evidenza donne che riferivano di essere diventate disoccupate durante la pandemia a causa di assenza di assistenza all'infanzia e agli anziani.

 

Un altro titolo sempre molto eloquente che ricordo appartiene alla CNN  “Le madri lavoratrici devono prendersi cura dei propri figli e il mercato del lavoro statunitense non sarà più lo stesso ". 

Dunque le donne hanno abbandonato il lavoro, o ridotto l’orario, per prendersi cura della famiglia e lo hanno fatto soprattutto quelle meno abbienti.

Si è parlato di catastrofe, con toni allarmistici, ma c’è  un elemento importante più volte evidenziato, una consapevolezza su cui vorrei attirare l’attenzione: la forte relazione tra la crescita (o decrescita) economica del Paese e l’equità di genere.

Quando mancano adeguate infrastrutture di assistenza e politiche per la famiglia e il lavoro, non si può ottenere una crescita economica, crescita che diventa sempre più fortemente legata all’equità di genere. 

Se le madri continuano ad assumersi la maggior parte delle responsabilità dell'assistenza familiare (quelle di colore e ispaniche sono qui le più colpite) si avrà un effetto negativo significativo non solo sull'occupazione femminile, sulla sicurezza pensionistica e sull'uguaglianza di genere nei luoghi di lavoro e nelle case, sui  guadagni attuali e futuri, ma anche un calo di possibilità di spesa e quindi un grande rischio per i consumi e l’economia del Paese.

Si tratta di effetti a catena che danneggiano prima le donne, poi le famiglie, poi la comunità per soffocare la ripresa economica. Meno reddito significa meno spesa nelle loro comunità, un grande danno per le imprese che stanno lottando per rimanere attive e non chiudere.

Va ricordato che, oltre alla necessità di assistenza all'infanzia per i bambini più piccoli, anche quelli in età scolare necessitano una supervisione soprattutto a causa dell’insegnamento a distanza. E ancora una volta la responsabilità ricade soprattutto sulle donne.

Il tema è molto serio e complesso, l’equità di genere potrebbe subire un arretramento proprio quando  si cominciavano a fare dei passi positivi, il danno sarà per le donne, gli uomini, le nuove generazioni, le famiglie, la comunità, gli stessi datori di lavoro e quindi per la possibilità di una vera ripresa economica.

L’amministrazione Biden ed i democratici nel Congresso sembrano averne consapevolezza: aiutare le famiglie significa aiutare le donne,  la parità di genere e quindi l’economia del Paese. 

Proprio ieri infatti un articolo del New York Times annunciava un piano rivoluzionario in arrivo al Congresso degli Stati Uniti per fornire alla maggior parte dei genitori americani un assegno mensile di 300 dollari a bambino.

“E’ un sussidio per l'infanzia che ha le carte in regola per una rivoluzione politica.” scrive il NYT. Se il sussidio diventa permanente, come intendono i Democratici, amplierà notevolmente la rete di sicurezza per i poveri e la classe media in un momento in l’economia è volatile e rende fragili le famiglie e soprattutto il lavoro delle donne.

Un bella piccola notizia e speranza per aiutare insieme donne ed economia. Che unisce il lavoro delle donne ad un’economia prospera.

 

Letizia Airos

Editor in Chief i-Italy Network

 

 

 

 

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