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Amianto sulle rotaie: riconosciuta la rendita INAIL a un lavoratore delle Ferrovie

Le vittime di amianto nelle Ferrovie continuano ad aumentare. Questa volta l’indennizzo INAIL verrà erogato con il lavoratore ancora in vita. È uno dei rari casi, infatti, di riconoscimento del diritto previdenziale con il lavoratore che può beneficiare delle somme per potersi curare.

L’impegno dell’ONA e dell’Avv. Ezio Bonanni prosegue in relazione alle tutele per prevenzione primaria, con richiesta alle Ferrovie dello Stato di bonificare i plessi e i rotabili ancora contaminati con fibre di asbesto. Il contenzioso in corso tra i lavoratori vittime di amianto nelle FF.SS. è imponente. Tant’è vero che si susseguono numerose le sentenze di condanna a carico delle Ferrovie dello Stato.

Quest’ultimo caso riguarda il ferroviere Sergio Mattera, sopravvissuto a un cancro al colon dovuto all’esposizione all’asbesto sul luogo di lavoro. Il Tribunale di Napoli ha così condannato l’INAIL a indennizzare il lavoratore con una rendita a vita di 1000 euro e con gli arretrati dal 2018, pari a circa 100mila euro.

Giustizia è stata fatta per il lavoratore, assistito dall’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, che adesso ha intenzione di attivare la richiesta di risarcimento danni nei confronti delle Ferrovie dello Stato.

«Mattera può ritenersi fortunato perché i suoi colleghi, vittime dell’amianto, sono quasi tutti deceduti – sottolinea l’avvocato Bonanni-. Nel settore ferroviario si è utilizzato amianto in modo abnorme nonostante si conoscessero le sue capacità lesive per la salute umana già prima della sua ufficiale messa al bando nel 1992. È incomprensibile il motivo per cui l’INAIL e le stesse FF.SS. si ostinino a negare i diritti delle vittime, costringendo loro e le famiglie a lunghe azioni giudiziarie».

Infatti le Ferrovie dello Stato e le linee locali, fino agli anni’80, hanno fatto largo uso di amianto nei rotabili ferroviari, nelle guarnizioni di tenuta, nelle flange di accoppiamento e persino nei vecchi modelli di carrozza. Lo stesso Mattera è stato esposto alla fibra killer durante il suo periodo come macchinista sia a Milano, dove ha lavorato per quattro anni (dal 1982 al 1986), sia a Napoli, dove è stato per ben per trentuno anni, fino alla pensione nel 2017. Si occupava, oltre della conduzione dei treni, anche del controllo della matrice o dei mezzi di trazioni, attività che svolgeva in ambienti non areati e senza utilizzo di dispositivi di protezione. Inoltre i locomotori erano isolati con amianto e i rivestimenti erano usurati. Lo stesso cancerogeno era poi presente anche nelle parti inferiori della motrice e nei freni.

Non stupisce quindi che il rapporto ReNaM, redatto dall’INAIL, indichi il settore delle ferrovie tra quelli in cui si registra il maggior numero di vittime di amianto. Solo i casi di coloro che hanno contratto il mesotelioma sono 696, a cui si devono aggiungere tutti gli altri lavoratori che sono affetti da altre gravi patologie asbesto correlate.

Inoltre non bisogna dimenticare che, proprio nel periodo di lavoro del ferroviere Mattera, era stata documentata nelle massicciate ferroviarie la presenza del minerale di amianto del gruppo dei serpentini, il crisotilo, proveniente dalla tristemente famosa Amiantifera di Balangero.

L’Amiantifera di Balangero è una cava di amianto situata sul Monte San Vittore. Scoperta nel 1904, copriva gran parte dei territori di Balangero e Corio in Piemonte. Fu attiva fino al 1990 e divenne la più grande cava di amianto in Europa e una tra le prime nel mondo. Purtroppo grande è stato anche il danno che ha provocato ai cittadini e all’ambiente. Sono infatti state tante le vittime. La procura di Torino ha dimostrato che sono almeno 214 le morti ricondotte a malattie collegabili all’esposizione all’amianto fra gli ex lavoratori dell’Amiantifera di Balangero.

Adesso, dopo la legge 426 del 1998, l’ex miniera di amianto di Balangero e Corio è tra i Siti di Interesse Nazionale (SIN), cioè tra quei territori individuati per legge per essere bonificati, dato che risultano contaminati e che comportano un elevato rischio sanitario ed ecologico.

Si auspica che le Ferrovie dello Stato risolvano la questione amianto/asbesto per quanto riguarda il contenzioso ancora in corso. Per quanto riguarda le vittime l’ONA ha istituito lo sportello SOS risarcimento vittime delle Ferrovie dello Stato, a cui ci si può rivolgere chiamando il numero verde 800.034.294.

Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto

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