Amianto nei cantieri navali in provincia di Latina: condanna del Tribunale per esposizione cancerogena
Il Tribunale di Latina ha accolto il ricorso di Enrico Armeni, che ha lavorato quasi 20 anni alle dipendenze della CANTIERI POSILLIPO S.p.A. ed è stato esposto ad amianto. Il lavoratore, infatti, oggi è affetto da una serie di patologie asbesto correlate. Dopo aver presentato richiesta per il riconoscimento di malattia professionale, Armeni ha proseguito la sua battaglia giudiziale fino a questa prima vittoria. Al suo fianco l’Avv. Ezio Bonanni, Presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto.
La lunga battaglia di Enrico Armeni contro l’amianto
Classe ’46, Armeni è stato assunto come operaio con mansione specifica di impiegato tecnico e capo reparto di manutenzione, dal 27.05.1966 al 01.07.1983, e quindi lavorando per quasi 20 anni presso la CANTIERI POSILLIPO S.p.A., con sede in Sabaudia, in provincia di Latina. Peccato che il lavoratore ai tempi della sua occupazione professionale non era a conoscenza dell’esposizione ad amianto che avrebbe da lì a qualche anno iniziato a minare il suo stato di salute. Attualmente, infatti, Armeni è affetto da fibrosclerosi, bronchiectasie e pneumoconiosi, ispessimenti pleurici, noduli ed iniziale asbestosi.
Il lavoratore, in un primo momento, aveva denunciato all’INAIL la malattia professionale, facendo quindi richiesta per un riconoscimento formale, con conseguente rilascio del certificato di esposizione ad amianto. Le procedure sarebbero servite per ottenere da parte dell’INPS l’adeguamento contributivo con il coefficiente 1,5 per un maggiore importo di pensione. L’INAIL ha però rigettato la domanda e rifiutato il rilascio del certificato, costringendo il lavoratore all’azione giudiziaria innanzi il Tribunale di Latina.
L’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni al fianco del lavoratore
L’azione legale è stata portata avanti grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni,Presidentedell’Osservatorio Nazionale Amianto (ONA). Il Tribunale pontino non ha, infatti, esitato nel dare ragione al lavoratore e condannare l’INAIL al rilascio della certificazione per esposizione ad amianto in favore del ricorrente, affetto da infiammazione pleuro-polmonare precancerosa.
Come si legge in sentenza, il CTU nominato, specialista in Medicina Legale e delle Assicurazioni e in Medicina del Lavoro, ha accertato che le lesioni pleuro-polmonari di cui è affetto il Sig. Armeni sono di natura occupazionale, quindi provocate dall’esposizione all’amianto che il lavoratore ha subito nel corso della sua attività lavorativa all’interno del cantiere navale.
I primi sintomi, infatti, erano già comparsi nel 2019, del tutto riconducibili a malattia asbesto correlata. Dopo aver attivato l’iter amministrativo ai fini del riconoscimento della malattia professionale, con contestuale richiesta di rilascio del certificato di esposizione ad amianto, per il periodo di lavoro dal 27.05.1966 al 01.07.1983, il caso di Armeni Enrico è finito all’attenzione del Tribunale di Latina, dove grazie all’impegno dell’Avv. Ezio Bonanni si è giunti a una prima vittoria.
“Condivido la sentenza del Tribunale di Latina, che ha riconosciuto il rischio amianto nella cantieristica navale. Questa sentenza è molto importante per tutti i cantieri navali, tra i quali quelli della Liguria, tra i quali quelli Fincantieri. In questo caso, l’esposizione ad amianto ha provocato uno stato fibrotico infiammatorio, e fortunatamente gli accertamenti medici hanno escluso il mesotelioma, tra cui il mesotelioma della pleura”, così si è espresso l’Avv. Ezio Bonanni sulla recente sentenza del Tribunale di Latina sul caso di Armeni Enrico.
L’asbesto ancora una volta ha colpito una vittima, che però ha ottenuto giustizia, anche se le conseguenze delle patologie asbesto correlate sono ancora tangibili e i sintomi potrebbero evolversi negativamente da un momento all’altro. La storia di Armeni, infatti, è simile a quella di tutte le altre vittime dell’asbesto, che purtroppo hanno subito un’esposizione di origine professionale e del tutto inconsapevole, di cui tutt’oggi pagano le conseguenze. C’è chi, infatti, è addirittura deceduto per la negligenza dei datori di lavori, che non hanno adempiuto al loro dovere di informare e formare i dipendenti circa il rischio che queste fibre killer avrebbero potuto recare alla salute, a maggior ragione quando erano già noti gli effetti cancerogeni dell’amianto. Una storia drammatica, così come quella di qualsiasi altra vittima di questo potente cancerogeno.
L’Osservatorio Nazionale Amianto - ONA continua la sua lotta per la difesa dei diritti delle vittime dell’amianto, così come dei loro familiari e di tutti quei i lavoratori, pubblici o privati, che sono stati esposti inconsapevolmente a questo cancerogeno. Per accedere al servizio di assistenza per le vittime del dovere e per coloro esposti in ambito professionale ad amianto e ai diversi cancerogeni è possibile contattare il numero verde 800 034 294, oppure effettuare la propria richiesta allo sportello telematico di assistenza.
Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto