Maxi risarcimento di 500mila euro per un lavoratore Co.Tra.l deceduto per cancro al polmone
Amianto e tumore del polmone, risarcimento del danno anche per i lavoratori fumatori.
La decisione della Corte di Appello di Roma segna una memorabile vittoria per Luigi Pennacchietti, e così anche per tutte le vittime dell’amianto. La storia dell’ex operaio Co.Tra.l., infatti, è molto simile a quella di tanti altri lavoratori che sono stati esposti inconsapevolmente a questo potente cancerogeno, e quindi a conseguenti danni permanenti, se non letali, sulla loro salute.
L’epidemia di patologie asbesto correlate è ancora in corso, non solo tra le Forze Armate a causa della co-esposizione ad amiantoe uranio impoverito, ma anche tra chi ha lavorato per ditte private.
La morte di Luigi Pennacchietti a soli 37 anni per esposizione ad amianto
La triste vicenda dell’operaio Luigi Pennacchietti si aggiunge alla lunga lista delle vittime dell’amianto in Italia. L’ex dipendente della Co.Tra.l. è morto a soli 37 anni a causa di un tumore al polmone. La patologia del lavoratore è stata cagionata dall’esposizione ad asbesto avvenuta dal 14.08.1988 al 24.08.1994, alle dipendenze di Co.Tra.l nella mansione di operaio, elettromeccanico e manutentore di mezzi rotabili.
Luigi Pennacchietti, infatti, ha lavorato dal 1988 nelle officine di Roma Centocelle di Cotral S.p.A., società di trasporto pubblico del Lazio, smontando apparecchiature e componenti elettrici contenenti amianto. Già nel 1992, appena dopo cinque anni l’inizio della sua attività lavorativa, il lavoratore ha iniziato a manifestare i primi sintomi riconducibili al tumore polmonare. Il decesso è avvenuto solo due anni più tardi, nel 1994, a soli 37 anni.
La condanna della Corte di Appello di Roma al risarcimento danni
La vicenda che ha visto protagonista l’intera famiglia Pennacchietti è finita in poco tempo nelle opportune sedi legali, dando inizio a un lungo contenzioso giudiziario. Dopo il duplice rigetto della domanda giudiziale da parte del Tribunale e della Corte di Appello di Roma, che hanno assunto la carenza del nesso causale, perché avevano ritenuto che il danno fosse stato prevalentemente causato dal fumo di sigaretta, è stata la Corte di Cassazione a segnare la sentenza storica (Cass. sez. lav. n. 21950/2023). Successivamente al deposito del ricorso in Corte di Cassazione, presentato dall’Avv. Ezio Bonanni, nonché presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto, si è affermato il principio della sufficienza della concausa e della equivalenza causale, annullando, quindi, il rinvio alla stessa Corte di Appello di Roma, la quale a seguito di nuova CTU ha nel frattempo confermato che la morte di Pennacchietti Luigi a soli 37 anni fosse stata causata proprio dall’esposizione ad amianto unitamente al fumo di sigaretta.
La sentenza della Suprema Corte di Cassazione, e più in generale l’intera vicenda giudiziaria, è stata illuminante poiché ha affermato un principio fondamentale: ove il datore di lavoro abbia provocato l’esposizione ad amianto, ciò lo rende corresponsabile della morte del lavoratore perché vi è un ruolo sinergico dell’amianto con il fumo di sigaretta. Così, infatti, nella sentenza si legge: “l’esposizione ad amianto abbiano concorso in egual misura alla produzione dell’evento morte”.
“Perciò è fondamentale porre in evidenza come anche per i lavoratori fumatori, in caso di insorgenza del tumore del polmone, sussiste il diritto al risarcimento del danno, perché vi è un sinergismo e potenziamento tra le due esposizioni. In buona sostanza il tumore del polmone è una malattia multifattoriale, che ha, sia nell’amianto, che nel fumo di sigaretta, la sua causa, unitamente anche ad altri cancerogeni. Per questi motivi, laddove l’INAIL o il datore di lavoro dovessero negare rispettivamente le prestazioni previdenziali e/o il risarcimento, a questo punto sussiste il diritto che si può far valere in sede giudiziaria, come per il caso Pennacchietti”, così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, legale dei familiari del lavoratore defunto e Presidente dell’ONA – Osservatorio Nazionale Amianto.
L’Osservatorio Nazionale Amianto tutela da anni le vittime di questo pericoloso cancerogeno. Tutti i lavoratori, vittime che sono stati esposti ad amianto e altri agenti dannosi, possono rivolgersi all’ONA, allo sportello amianto, chiamando telefonicamente il numero verde 800 034 294, oppure scrivendo attraverso il sito ufficiale dell’ONA. In questo modo, ci sarà la possibilità di ottenere l’assistenza legale gratuita per le vittime e i loro familiari.
Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto