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Amianto e Marina Militare: il Sergente Dario Zuban riconosciuto vittima del dovere

La Corte d'Appello di Trieste conferma la pronuncia del primo Giudice

Un’altra vittima dell’amianto e dell’uranio impoverito ha ottenuto giustizia. Il Sergente Dario Zuban arruolato nella Marina Militare è stato riconosciuto vittima del dovere, con la conseguente costituzione di tutti i benefici spettanti alla vedova, unica erede. 

La Corte d'Appello di Trieste ha confermato la pronuncia del Tribunale di Trieste, Sezione Lavoro, di riconoscimento dello status di equiparato a vittima del dovere del Sergente Zuban, deceduto per mesotelioma peritonealeper esposizione ad amianto nella Marina Militare in qualità di motorista navale. Grazie al supporto nella causa da parte dell’avv. Ezio Bonanni, coadiuvato dall’Avv. Corrado Calacione, si è giunti alla condanna del Ministero della Difesa alla costituzione dei benefici previdenziali in favore della vedova, che consistono in speciale elargizione, assegno vitalizio e speciale assegno vitalizio, oltreché l’ulteriore condanna del Ministero dell’Interno all’inserimento nella graduatoria unica del nominativo del Sergente tra le vittime del dovere. 

Il giudizio innanzi al Tribunale di Trieste è stato promosso dallo stesso Zuban quando ancora era in vita. Il Sergente della Marina Militare, infatti, è deceduto in corso di causa in data 19.02.2023, a causa dalla patologia maligna contratta per esposizione non cautelata ad amianto e altri cancerogeni in Marina Militare, dal 03.11.1976 al 30.04.1978. Il giudizio è stato, quindi, proseguito dalla vedova, che ha successivamente ottenuto il riconoscimento dello status di vittima del dovere del marito defunto e la costituzione delle prestazioni previdenziali, che saranno erogate in suo favore. 

L’istruttoria innanzi il primo Giudice, confermata dalla Corte d'Appello di Trieste, ha messo in evidenza che il Sergente Zuban è stato esposto ad elevate concentrazioni di polveri e fibre di amianto, non solo nelle basi arsenalizie della Marina Militare, ma anche a bordo della nave Centauro, in cui è stato imbarcato per più di un anno, dal 14.12.1976 al 30.04.1978.

La sua storia è un esempio di impegno e determinazione, che purtroppo lo ha condotto inconsapevolmente verso uno drammatico destino. La triste scoperta è avvenuta nell’ottobre 2015, all’età di 60 anni, quando Zuban ha ricevuto la diagnosi certa di mesotelioma peritoneale, inequivocabilmente legata all’esposizione ad amianto, cagionata nel corso del servizio di leva in Marina Militare. La stessa malattia che otto anni più tardi, in seguito a un periodo di stabilizzazione, precisamente a febbraio 2023, ha determinato il suo decesso a causa di un aggravamento delle sue condizioni di salute.

Il Sergente solamente dopo aver ricevuto la diagnosi di mesotelioma peritoneale è venuto a conoscenza della sua elevata e non cautelata esposizione ad amianto, perdurata per tutto il periodo del servizio militare, e ha così deciso di rivolgersi all’Osservatorio Nazionale Amianto, in particolare al suo presidente, l’avvocato Ezio Bonanni, per ottenere il riconoscimento dello status di equiparato a vittima del doveree di tutti i benefici amianto riservati alle Forze Armate. 

A seguito del decesso di Zuban, l’azione giudiziaria è stata proseguita dalla vedova, la Sig.ra Gina Natalina Risi, fino alla pronuncia di riconoscimento dei suoi diritti da parte del Tribunale di Triste, che impugnata dall’Avvocatura, è stata definitivamente confermata dalla Corte di Appello di Trieste. Il militare defunto ha ottenuto, quindi, la giustizia che attendeva, seppur con i tempi dilatati che non gli hanno permesso di conoscere l’esito della causa. Il riconoscimento dello status di equiparazione a vittima del dovere, nel caso del Sergente Zuban a seguito dell’esposizione ad amianto che ha provocato il mesotelioma peritoneale e il suo stesso decesso, implica anche la costituzione di tutti i benefici spettanti per legge nei confronti di sua moglie, nonché sua unica erede. Questi ultimi consistono, così come per tutte le altre vittime del dovere, nella speciale elargizione di 285mila euro e negli assegni vitalizi mensili pari a circa 2.100 euro totali, compresivi tra speciale assegno vitalizio e assegno vitalizio, che la vedova Risi percepirà per il resto della sua vita. 

Si tratta di una sentenza significativa e molto rilevante, soprattutto per la conferma della Corte di Appello rispetto all’istruttoria di primo grado, che ha decretato il definitivo riconoscimento di vittima del dovere del militare defunto, oltre alla conseguente costituzione delle prestazioni previdenziali in favore della vedova. Questa pronuncia non è altro che l’ennesima che sottolinea l’uso indiscriminato e senza restrizioni dell’amianto, nelle basi arsenalizie così come nelle unità navali, senza la garanzia di un’adeguata tutela nei confronti dei nostri militari, non solo della Marina Militare, ma anche di tutti gli altri comparti delle Forze Armate. Inoltre, la pronuncia ha evidenziato come la professione di motorista navale sia considerata tra quelle a maggior rischio amianto, per la maggiore probabilità di esposizione rispetto alle altre funzioni. Sono purtroppo centinaia, se non di più, i casi di decesso dei militari delle nostre Forze Armate per mesotelioma e altre patologie asbesto correlate”, così dichiara l’Avv. Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio Nazionale Amianto e legale dei familiari del Sergente Zuban. 

I dati epidemiologici più rilevanti sono quelli della Liguria, proprio per quanto riguarda la Marina Militare, poiché in quella regione aveva sede sia la base di La Spezia, sia diversi stabilimenti di Fincantieri. L’iniziativa dell’ONA è anche di sostegno al Comitato Nazionale per il ripristino della festa del 4 novembre, di cui è Presidente il Tenente Pasquale Trabucco. Proprio quest’ultimo, autore della pubblicazione “L’ombra della vittoria. Il fante tradito”, recentemente ha portato avanti il suo impegno, scrivendo delle lettere ai sindaci di Marsala e Trapani, e solo successivamente anche al Presidente della Regione Sicilia Renato Schifani, affinché si adoperassero a restituire il dovuto lustro ai monumenti della storia della nostra Patria, presenti nelle città siciliane. Allo stesso tempo, l’azione dell’ONA si sviluppa in uno con quella dell’Accademia della Legalità, presieduta dalla Dott.ssa Paola Vegliantei, a sostegno dei militari e comunque anche per il ripristino della festa del 4 novembre, che è quella della vittoria dei nostri fanti, ma al tempo stesso delle Forze Armate, compresa la Marina Militare. 

L’Osservatorio Nazionale Amianto, unitamente all’Osservatorio Vittime del Dovere, ha costituito un dipartimento che si occupa della tutela dei nostri militari. Per tutti coloro impiegati nelle missioni, che sono stati esposti ad amianto, uranio impoverito e nanoparticelle, sia di metalli pesanti, sia di asbesto, riportando un grave danno alla salute o determinandone il decesso. Sono tragiche le stime dei malati e dei deceduti per malattie asbesto correlate tra le Forze Armate, ma sono numeri purtroppo destinati ad incrementare.

Tutti i nostri militari e civili impiegati nelle missioni, che sono stati esposti a radiazioni, uranio impoverito, amianto e altri agenti dannosi, possono rivolgersi all’ONA, allo sportello di assistenza, chiamando telefonicamente il numero verde 800 034 294, oppure scrivendo attraverso il form online presente sul sito. L’ONA svolge un ruolo sussidiario delle istituzioni, per la tutela delle vittime e dei loro familiari. 

 

Fonte: Osservatorio Nazionale Amianto

 

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