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StartER: sostegno della nuova imprenditorialità, riapertura

Riapre lo sportello per presentare nuove domande a valere sul Fondo finalizzato a supportare progetti di investimento effettuati da nuove imprese nel territorio regionale. Il Fondo Finanzia le piccole imprese in forma singola o associata, che siano nate in un periodo non antecedente ai 5 anni dalla presentazione della domanda di finanziamento. Viene finanziato il 100% del progetto presentato.

Riapre il Fondo Starter a partire dalle ore 11 del primo febbraio 2023, fino alle ore 16 del 22 marzo 2023, che ha come obiettivo quello di favorire la nascita di nuove imprese e sostenere la crescita di quelle con un massimo di cinque anni di attività. E' uno strumento finanziario rotativo di credito agevolato che si inserisce nell’ambito delle azioni Por Fesr per la competitività e l’attrattività del sistema produttivo

In abbinamento al fondo Starter, sarà nuovamente possibile richiedere anche un contributo a fondo perduto sul progetto presentato per sostenere l’avvio di imprese situate nei Comuni sede di estrazione di idrocarburi

La dotazione complessiva del fondo Starter ammonta a 12,9 milioni di euro.

Il fondo è rivolto a piccole imprese in forma singola o associata, operanti nei settori produttivi della Strategia di specializzazione intelligente. La misura interviene concedendo finanziamenti a tasso agevolato per progetti di innovazione produttiva e di sviluppo organizzativo, per introdurre l'utilizzo di strumenti ICT, per ristrutturazioni e acquisto macchinari, attrezzature, licenze. Sono ammesse le spese relative a consulenze specialistiche e per il personale.

Il fondo ha una compartecipazione pubblica al 70% a tasso zero e privata, bancaria, al 30% a tassi convenzionati e agevolati, gestiti dalla Regione tramite il gestore Artigiancredito.

Beneficiari dell’intervento sono le piccole imprese (meno di 50 ULA e max 10 milioni di fatturato / attivo) che:

  • siano iscritte al Registro Imprese da non più di 5 anni dalla data di presentazione della domanda;
  • abbiano localizzazione produttiva in Emilia-Romagna (dove si realizza l’investimento);
  • siano attive all’atto di richiesta di erogazione del finanziamento;
  • abbiano l’attività principale compresa nelle sezioni della classificazione delle attività economiche (ATECO 2007) di seguito riportate:
    • SEZIONE B “Estrazione di minerali da cave e torbiere”;
    • SEZIONE C “Attività manifatturiere”;
    • SEZIONE D “Fornitura di energia elettrica, gas, vapore e aria condizionata;
    • SEZIONE E “Fornitura di acqua; reti fognarie, attività di gestione dei rifiuti e risanamento”;
    • SEZIONE F “Costruzioni”;
    • SEZIONE G “Commercio all’ingrosso e al dettaglio e riparazione di autoveicoli e motocicli”;
    • SEZIONE H “Trasporto e magazzinaggio”;
    • SEZIONE I “Attività dei servizi di alloggio e di ristorazione”;
    • SEZIONE J “Servizi di informazione e comunicazione”;
    • SEZIONE L “Attività immobiliari”;
    • SEZIONE M “Attività professionali, scientifiche e tecniche”;
    • SEZIONE N “Noleggio, agenzie di viaggio, servizi di supporto alle imprese”;
    • SEZIONE P “Istruzione”;
    • SEZIONE Q “Sanità e assistenza sociale”;
    • SEZIONE R “Attività artistiche, sportive, di intrattenimento e divertimento”;
    • SEZIONE S “Altre attività di servizi”.

Sono escluse le imprese operanti, come attività principale, in sezioni non ricomprese in quelle sopra indicate.
Le imprese non dovranno risultare “Imprese in difficoltà” ai sensi della definizione di cui agli Orientamenti comunitari sugli aiuti di stato per il salvataggio e la ristrutturazione di imprese in difficoltà.

Potranno essere finanziate le seguenti tipologie di interventi:

  • investimenti in innovazione produttiva e di servizio, sviluppo organizzativo, messa a punto dei prodotti e servizi da parte di piccole imprese che presentino potenzialità concrete di sviluppo, consolidamento e creazione di nuova occupazione sulla base di piani industriali, prioritariamente negli ambiti della S3, anche attraverso percorsi di rete;
  • introduzione e uso efficace nelle piccole imprese di strumenti ICT nelle forme di servizi e soluzioni avanzate con acquisti di soluzioni customizzate di software e tecnologie innovative per la manifattura digitale.

A titolo esemplificativo, sono considerate ammissibili le seguenti tipologie di spese:

  • a) interventi su immobili strumentali: acquisto, ampliamento e/o ristrutturazione;
  • b) acquisto di macchinari, attrezzature, hardware e software, arredi strettamente funzionali; 
  • c) acquisizione di brevetti, licenze, marchi, avviamento;
  • d) spese per partecipazione a fiere e interventi promozionali;
  • e) consulenze tecniche e/o specialistiche;
  • f) spese del personale adibito al progetto;
  • g) materiale e scorte;
  • h) spese locazione dei locali adibito ad attività (risultante da visura come sede principale/unità locale);
  • i) spese per la produzione di documentazione tecnica necessaria per la presentazione della domanda (a titolo esemplificativo redazione di business plan).

Le spese inserite nel progetto devono essere compatibili con le finalità del Fondo e dovranno essere sostenute (data fattura) successivamente alla presentazione della domanda di finanziamento (data di protocollo della domanda), ad eccezione di quelli relativi alla predisposizione delle documentazione tecnica (voce “i” in elenco), che potranno avere data antecedente, nel limite massimo di sei mesi dalla data di presentazione della domanda.

Nella composizione del progetto d’investimento, le voci di spesa relative a consulenze, personale, materiali e scorte, spese di locazione e Spese per la produzione di documentazione tecnica necessaria per la presentazione della domanda ( lettere “e, f, g, h, i” in elenco) non potranno superare complessivamente il 50% del finanziamento richiesto ed ammesso.

Gli interventi finanziabili devono avere importi da un minimo di 20.000 euro a un massimo di 300.000 euro, per una durata compresa tra 36 e 96 mesi. È finanziabile il 100% del progetto presentato.

 

Fonte: Delibera 3 luglio 2018, n. 1033, Delibera 26 settembre 2016, n. 1537, Delibera 30 maggio 2016, n. 791, Regione Emilia Romagna

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