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Paola Cavallero: sviluppare ed implementare strategie di business innovative

Il tema della sostenibilità, assieme a quello della cultura d’impresa e responsabilità sociale, è strategico per ogni azienda e ne coinvolge in maniera trasversale le diverse aree e livelli.

Il tema della sostenibilità sta monopolizzando l’attenzione dei mercati finanziari e il paradigma ESG (Environmental, Social, Governance) si sta velocemente affermando come il punto di riferimento delle strategie di investimento globali.

In questa nuova era il ruolo delle imprese è chiave, andando oltre quello che è l’ambito aziendale: è driver di creazione di valore economico e sociale, di innovazione, cambiamento e formazione, di attenzione all’ambiente e al territorio in cui si trova ad operare. 

Per l’azienda è determinante riuscire a sviluppare ed implementare strategie di business innovative che aumentino significativamente il loro impatto positivo sugli SDG sattraverso l’innovazione tecnologica, l’integrazione della sostenibilità all’interno delle attività core, la collaborazione con gli stakeholder (interni ed esterni), e la costruzione della fiducia e il rafforzamento delle relazioni con questi ultimi. La situazione contingente non è certo facile ma le aziende, a prescindere dalla dimensione o dal settore produttivo, possono vincere la sfida che sono chiamate ad affrontare per dare un contributo importante nell’era della sostenibilità attraverso nuovi modelli di business responsabile e, così, fare nascere nuove opportunità.

Per affrontare, in modo vincente, il grande cambiamento economico, culturale e sociale che stiamo vivendo ci vuole un approccio fortemente proattivo nella visione strategica, nella cultura organizzativa e nella gestione del core business attraverso lo sviluppo di nuovi modelli di governance responsabile, gli investimenti, l’innovazione, il potenziamento tecnologico e l’azione in partnership.

Ci vuole anche personale qualificato, preparato ed altamente specializzato”, quindi percorsi di formazione innovativi, in linea con lo sviluppo di nuove professioni e con le richieste di un mercato del lavoro dinamico e di impronta internazionale”, ha sottolineato il Vicepresidente Confindustria Romagna Giacomo Gollinucci in occasione della 12^ Dodicesima Giornata Nazionale delle Piccole e Medie Imprese (PMI DAY), organizzata da Piccola Industria Confindustria il 19.11.2021 sul tema della sostenibilità, in linea con gli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 dell’ONU.

Sulla formazione quale uno dei temi portanti per la ripresa post pandemica è intervenuto anche il dott. Carlo Robiglio, Presidente Piccola Industria Confindustria, che ha commentato: “(…) i giovani non sono il futuro ma il presente. Un presente da curare e salvaguardare oggi perché il Paese possa avere un futuro domani. Abbiamo una grande responsabilità verso le nuove generazioni e dobbiamo aiutarle a comprendere il mondo in cui vivono oggi e a costruire quello in cui saranno adulte domani. E le imprese giocano un ruolo centrale in questa partita: sono le realtà in cui i ragazzi potranno realizzare i propri sogni e ambizioni, in cui potranno crescere, creare e dare sbocco alle proprie attitudini e al loro talento

In altri termini, una sinergia tra imprese e scuole. Al Forum “Universities in action for the UN 2030 Agenda” organizzato lo scorso 18 gennaio all’Expo Dubai dalla Rete delle Università per lo sviluppo sostenibile (Rus) in collaborazione con il Padiglione Italia e l’Alleanza italiana per lo sviluppo, patrocinato dalla Conferenza dei rettori delle Università Italiane (Crui) e dal ministero delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, la Presidente della Rus e vicerettrice del Politecnico di Torino, Patrizia Lombardi, ha messo in evidenza che “le Università in questi anni hanno dimostrato non solo di sapere reagire con straordinaria resilienza ad un contesto difficile e in repentino mutamento, ma sono state in prima linea nel mettersi al servizio della società per creare le condizioni per un futuro sostenibile e prospero per le Persone e per il Pianeta. Sono ancora molti i passi necessari affinché la strada per gli Obiettivi di Sviluppo sostenibile sia diretta efficacemente al loro raggiungimento, ma credo che il Forum ‘Universities in action for the UN 2030 Agenda’ renda testimonianza dell’impegno profuso dagli atenei italiani perché il 2030 sia davvero l’anno di compimento dell’Agenda 2030”.

L’offerta formativa delle Università presentano diversi corsi di studio volti all’acquisizione di conoscenze e competenze sul tema della sostenibilità ambientale.

L’obiettivo è di fornire agli studenti una serie di strumenti innovativi per operare in un contesto di sostenibilità economica e ambientale, rivolta alla valorizzazione delle risorse naturali, all’uso di materie prime seconde, alla gestione sostenibile della value chain e all’attivazione di simbiosi industriali. Valorizzare la nuova frontiera dell’economia. che avrà avere importanti ricadute sul territorio, soprattutto in ambito occupazionale attraverso la creazione di nuove professionalità e la promozione di best practice, sviluppando le competenze necessarie ad operare in maniera consapevole in diversi ambiti, spesso eterogenei tra di loro, ma riconducibili alla possibilità di integrare innovazione tecnologica e nuove competenze in attività di riconversione produttiva e di sviluppo sostenibile.

Il raggiungimento degli SDGs quale driver dello sviluppo economico

Le aziende si preparano al futuro adottando a livello locale una strategia di sostenibilità e nuovi modelli di business responsabile.

L’adozione da parte di un’impresa di comportamenti con un impatto positivo sull’ambiente, sui rapporti sociali e sulla governance aziendale è un elemento importante per la generazione di valore sostenibile. La disclosure delle informazioni ESG è una fonte di resilienza per l’impresa nel lungo termine.

Le industrie di grandi dimensioni adottano criteri ESG nei processi decisionali e di business ed in questo senso il Next Generation EU, la Green Taxonomy e la proposta di revisione della Direttiva UE sulle informazioni non finanziarie hanno dato un grosso impulso.

Gli SDGs sono diventati parte integrante delle comunicazioni non finanziarie delle aziende

Sono ormai pochi disposti ad affidare i capitali ad imprese che non implementano strategie orientate alla sostenibilità di lungo termine, adottando best practice dirette alla tutela dell’ambiente, all’inclusione e welfare sociale e ad una governance trasparente e rispettosa di tutti gli stakeholder. Si è incrementata la sensibilità delle società virtuose verso le tematiche ESG che hanno messo in atto iniziative di sostenibilità: il management è incentivato a implementare obiettivi in tema di sostenibilità e a dotarsi di strutture e di sistemi di controllo per la gestione e misurazione degli obiettivi. Ma il numero di aziende che hanno integrato gli Obiettivi ed i target di sviluppo sostenibile definiti dall'ONU all’interno dei loro processi di analisi, di definizione delle strategie e di rendicontazione si è stabilizzato su una percentuale abbastanza bassa.

Tra quelle che hanno previsto un piano di sostenibilità corredato da obiettivi, per la maggior parte hanno formalizzato i target quantitativi mentre poche ne hanno definito le tempistiche di raggiungimento.

Occorre, quindi, sviluppare dei meccanismi di misurazione delle performance che consentano di valutare il contributo al miglioramento delle prestazioni sia del sistema Paese che delle singole aziende e organizzazioni.

La sfida dell’economia circolare costituisce un profondo cambiamento strategico e di paradigma reso necessario dalla consapevolezza della scarsità di materie prime, risorse naturali ed energia, e dalle conseguenze in termini di impatto ambientale generate dal loro incontrollato sfruttamento se un’impresa vuole essere maggiormente competitiva sul mercato deve adottare pratiche aziendale sostenibili.

Un atteggiamento proattivo e maggiori sforzi ad adottare strategie attente alla tutela dell’ambiente, all’applicazione di modelli di sviluppo della circular economy indirizzati verso una maggiore sostenibilità, per generare opportunità di crescita che perdurino nel tempo, devono essere attuati dalle PMI, il motore trainante dell’economia del nostro Paese. Per le piccole e medie imprese e quelle familiari, di solito più accorte a mettere in atto azioni per proteggere la reputazione della famiglia ma forse meno mature e meno esperte, fare proprie le logiche ESG deve diventare una sfida prioritaria a breve termine.

Per durare nel tempo un’impresa responsabile e sostenibile deve essere in grado di gestire il cambiamento, che non viene sempre visto in un’ottica positiva da tutti gli imprenditori. Agire come è sempre stato fatto risulta per loro più facile e rassicurante, ma ciò non è più possibile. Il piccolo imprenditore deve comprendere che dall’innovazione possano nascere nuovi spunti per una filiera sostenibile, in linea alle esigenze dei consumatori, e cogliere questa sfida per offrire solidità e capacità competitiva alla sua impresa.

L’adozione di un modello circolare che è un driver di transizione ma, soprattutto, un’importante leva di business. L’impegno da parte delle PMI a diventare sostenibili per essere maggiormente competitive sul mercato sta crescendo anche se non è un percorso immediato.

Una piena realizzazione nelle piccole e medie imprese del passaggio alla circolarità e una diffusione capillare di questo nuovo modello business viene, infatti, affrontato per tappe progressive perché sconta alcune problematiche che rallentano, se non addirittura bloccano, il percorso verso la sostenibilità. Tali, ad esempio, sono le risorse economiche, richieste per la ricerca, per lo scale-up industriale delle tecnologie e, più in generale, per l’innovazione del processo o del prodotto; il know-how necessario per accedere alla tecnologia e per mantenere alti livelli tecnico-qualitativi; barriere burocratiche disincentivante per l’azienda; costi elevati; ripensamento strategico dell’intera organizzazione. In questo ambito, le PMI dispongono di minori risorse ed esperienza nella gestione delle informazioni e nella formalizzazione dei processi interni strutturati negli ambiti da implementare. Gli imprenditori devono dunque dotarsi di un’organizzazione e di infrastrutture adeguate, strumenti concreti che li supportino dal punto di vista decisionale per una svolta green e degli investimenti a lungo termine.

Il gap può allora essere superato attraverso un’azione di benchmarking rispetto alle best practice implementate dalle altre imprese. Anche se alcune metriche in ambito ESG sono più importanti in determinate aree di business che in altre, promuovendo una crescita globale sostenibile e incoraggiandole ad adottare politiche orientate alla responsabilità sociale, le imprese possono beneficiare di una maggiore reputazione, aumentare l’attrattività per molteplici stakeholder e costruirsi un vantaggio competitivo per attrarre investitori e capitali sempre più esigenti.

 

Paola Cavallero

Senior Associate Lawyer at Mainini & Associati

 

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