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Marco Bacini: no a decisioni imposte prive di logica come il coprifuoco

Per la tenuta sociale serve comunicazione capace di spiegare le scelte che altrimenti sembrerebbero più di controllo che di misure precauzionali per il virus.

La decisione del Premier Mario Draghi esternata durante la conferenza stampa di qualche giorno fa di riaprire l’Italia dal 26 di aprile ha immediatamente spaccato l’opinione pubblica, si tratta di un tema oggi molto caldo e polarizzante, dalla valenza forse più politica che scientifica.

Il premier Draghi ha parlato di riaprire con un “rischio calcolato”, esternazione che ha immediatamente suscitato le reazioni degli “esperti”, il virologo Galli ha parlato di “un rischio calcolato male”, mentre il Prof. Crisanti ha dichiarato che “di calcolato vedeva ben poco, con il rischio di giocarsi l’estate”. Entrambi hanno ripreso l’esperienza dello scorso anno, quando in seguito alle riaperture estive si sono allargate le maglie del controllo, che a loro dire ha agevolato il diffondersi della seconda ondata.

Il punto di partenza della riflessione è che noi stiamo uscendo ormai da più di un anno di “guerra", e questa guerra sta lasciando morti e feriti non solo negli ospedali ma anche tra le imprese, i professionisti, i lavoratori autonomi e tutte quelle categorie che oggettivamente non ce la fanno più a resistere, pensiamo ai ristoratori, al settore turistico, alle palestre.

E quest’anno di pandemia, riprendendo una dichiarazione di qualche giorno fa del direttor Enrico Mentana, sta facendo male anche alla democrazia.

Chi contesta le riaperture con indignazione solo perchè la decisione è stata presa dalla politica e non dai “virologi”, si dimentica che l’esecutivo si chiama in questo modo proprio perchè deve prendere decisioni e applicarle dopo il dibattito in aula, e proprio perchè il Parlamento avendo un ruolo necessariamente decisionale in tempi eccezionali deve essere in grado di prendere decisioni con determinazione.

È stato così quando si è deciso di applicare il “lockdown” ed è così oggi che si è deciso di riaprire con una decisione estremamente politica, anche perchè non dobbiamo dimenticarci che stiamo parlando di un governo formato da una larghissima maggioranza parlamentare, un Governo costruito sulla base di un esecutivo di unità nazionale.

In questo momento è difficile riuscire a dare un’opinione oggettiva alla scelta del Governo, sarà il tempo a dar ragione o meno, ed è altresì evidente che gli “esperti virologi” hanno diritto di contestare questa scelta, ma non dimentichiamoci che questa scelta è stata fatta da quella struttura definita “cabina di regia” in cui diversi e variegati sono i pareri e le opinioni dei componenti, e per certo il decisore politico sulla base di queste informazioni valutando l’intersezione di diversi parametri (che vanno dal numero di vaccinazioni, ai dati sull’economia, sulla sicurezza, alle manifestazioni di piazza…) ha definitivamente deciso di riaprire.

Insisto sul fatto che sia stata una scelta politica, ma la scelta era stata fatta anche lo scorso anno dal precedente Premier (supportato da una maggioranza diversa), e il fatto che si sia deciso proprio in questi giorni per un ulteriore scostamento di bilancio da 40 miliardi ci dà l’idea del grande problema “sociale” e non solo sanitario del momento.

Se il Premier in conferenza stampa da un lato ha evidenziato come “all’aperto le possibilità di contagiarsi siano molto basse”, dall’altra utilizzando come termometro le continue manifestazioni di piazza, probabilmente ha sviluppato consapevolezza del non avere a disposizione le risorse necessarie per sostenere le categorie più a rischio e giocoforza sotto la pressione di diversi fattori ha “dovuto” decidere per le aperture, contenendo così anche le rivolte di piazza.

E dico questo perchè i numeri non sono tanto diversi da quelli di un mese fa, l’unica cosa che sta “migliorando” è la capacità di somministrare i vaccini, le categorie più a rischio sono ormai quasi tutte vaccinate e la possibilità che in pochi mesi tutti gli italiani possano ricevere almeno la prima dose è sicuramente una discriminante per confermare la bontà della scelte delle riaperture. Abbiamo visto come in Inghilterra e in Israele con la vaccinazione a tappeto si siano fatti dei grandissimi passi in avanti verso la normalità, purtuttavia il Premier Johnson ha dichiarato di essere consapevole che queste riaperture, nonostante le vaccinazioni, con molta probabilità creeranno comunque una nuova crescita dei contagi.

Per certo con la bella stagione la possibilità di contagiarsi all’aperto, seguendo sempre i protocolli di sicurezza, scenderà statisticamente e questo finalmente permetterà alle categorie professionali più colpite di poter tornare a lavorare anziché sperare in “sostegni” che purtroppo non sono stati sufficienti.

Ed è a mio avviso proprio questo il punto di equilibrio, non possiamo permetterci terapie intensive sovvraccariche, non possiamo permetterci ancora 500 morti al giorno di media (per rendere l’idea parliamo di 2 Boeing 737 che si schiantano quotidianamente da mesi…) ma non possiamo più nemmeno permetterci le file di centinaia di persone davanti al “Pane Quotidiano” perché in ginocchio da una crisi pesantissima cui oggettivamente il nostro Stato non è stato in grado di dare adeguate risposte.

Non si muore solo di virus ma si muore anche per le conseguenze economiche e sociali della pandemia, riaprire con le dovute precauzioni è necessario per la tenuta sociale del Paese, è fondamentale però che venga fatta una comunicazione adeguata spiegando le scelte, perchè l’Italia e gli italiani non possono più accettare decisioni imposte prive di logica, come il coprifuoco delle 22, che oggi suona più come scelta di controllo che come  vera misura precauzionale per il virus.

Io sono però molto fiducioso, perchè grazie al Cielo si inizia a vedere la luce in fondo al tunnel e dopo periodi di grande crisi, storicamente ci sono stati sempre momenti di grande crescita e sviluppo, e starà a noi riuscire ad intercettare le opportunità del mercato che si presenteranno.

 

Marco Bacini

Chef Executive Officer

MB Group of Companies

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