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Marina Lalli: le necessarie riforme per il nostro Paese

Dalla crisi occasione per risolvere una volta per tutte questioni che il Paese continuava da troppo tempo a rimandare.

La sfida che ci attende è trasformare l’Italia in un paese efficiente ed inclusivo per cui la necessità improrogabile è ora quella di mettere a punto riforme strutturali che lo modernizzino davvero. Sono le stesse riforme che chiede l’Europa: quella del fisco, per un sistema tributario che non sia percepito come nemico del mondo produttivo, ma al contrario un alleato; quella della giustizia, indissolubilmente legata alla competitività di un Paese soprattutto in relazione ai tempi; quella della Pubblica amministrazione, che proprio come il fisco dovrebbe essere alleata di imprese e cittadini, digitalizzata, vicina, efficiente ed esattamente come la giustizia potrebbe fare la differenza in termini di competitività. Ma anche la riforma del mercato del lavoro, soprattutto alla luce dei cambiamenti che la pandemia ha imposto, lo smart working in primis.

Un’altra piaga dell’Italia è sicuramente rappresentata dall’eccessiva durata dei processi: l’obiettivo principale tratteggiato nel Recovery plan è quello di accelerarli, favorire la repressione della corruzione e aumentare “l’efficienza” del sistema. La semplificazione dei processi e un massiccio investimento in capitale umano sono strumenti indispensabili per lo sviluppo economico e per attenuare le disparità del Paese, per stimolare la concorrenza e per promuovere le imprese più giovani.

Come operatori economici ci sembra, inoltre, doveroso fare una puntualizzazione: fondi perduti, indennizzi, bonus, crediti di imposta servono a tamponare una situazione emergenziale, peraltro ciascuno con impatti e livelli di successo diversi. Ma non possiamo immaginare che l’economia italiana, e il turismo per quello che ci riguarda da vicino, potrà vivere di interventi assistenziali.

Occorre una visione di lungo periodo e lavorare ora a riforme strutturali profonde che gettino le basi per un ambiente e un ecosistema davvero più a misura di imprese e lavoratori.

Tra i pilastri per fare ripartire la nostra industria ci sono la burocrazia e il fisco. Il Governo ha un ambizioso piano di sburocratizzazione del Paese, ma servono procedure più snelle e più veloci, mi riferisco anche alle procedure oggi necessarie per accedere ai finanziamenti garantiti dallo Stato.Occorre rafforzare il piano di digitalizzazione dei servizi per cittadini e imprese e rendere fruibili in tempo reale i servizi della Pubblica Amministrazione. Solo così possiamo ridurre il gap che oggi ci separa da altre realtà industriali. Quanto al fisco, occorre intervenire per fare in modo che la fiscalità nel nostro Paese diventi un alleato delle imprese e non un nemico. Servono aliquote più flessibili e soprattutto evitare che le colpe degli evasori non ricadano sui tanti imprenditori onesti che pagano le tasse.

L’auspicio è che questa crisi così profonda che ci ha colpiti possa rappresentare l’occasione per risolvere una volta per tutte questioni che il Paese continuava a rimandare. I soldi a disposizione sono tanti, ma serviranno nuove norme e procedure per far sì che i progetti non restino bloccati come spesso accade nelle maglie della burocrazia e come ben sappiamo l’Italia per capacità di spesa dei fondi europei parte tutt’altro che avvantaggiata.

Come è a tutti noto il turismo è stato fra i primi e più colpiti settori dalla pandemia. Le nostre imprese hanno bisogno di sburocratizzazione e semplificazione: non possiamo in alcun modo permetterci di restare ingabbiati da una stratificazione normativa e burocratica, poco chiara e magari non univoca.

Per poter ripartire dobbiamo trovarci davanti a delle regole chiare e lineari. E’ necessario un timing chiaro e puntuale perché sebbene non ci manchi la capacità di produrre progetti e idee interessanti, sono gli aspetti più operativi a lasciare a desiderare. Avere un cronoprogramma accanto a ogni idea progettuale rappresenta un aspetto fondamentale nel passaggio dal “che cosa fare” al “come e in quanto tempo farlo”.

 

Marina Lalli

Presidente Federturismo Confindustria

 

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