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Alessandra Lomonaco: modello di impresa responsabile

Dalla pandemia nuove consapevolezze per una nuova filosofia imprenditoriale "double purpose". Obiettivi di business e di profitto devono affiancarsi pari merito ad obiettivi di responsabilità sociale e ambientale. Il modello imprenditoriale deve tendere al raggiungimento non solo di fini di lucro, ma anche di più finalità di beneficio comune.

In tanti ci domandiamo cosa resterà di questa pandemia. Non tanto in termini di capitale materiale, tangibile e misurabile, ma in capacità di visione, di guardare al futuro, dopo un lungo periodo di mancanza di orizzonte.

È la prospettiva che cambiando e allungandosi di continuo crea incertezza e paura, smarrimento in molti di noi.

Ciò che questa situazione ci sta lasciando, però, non è solo incertezza e paura, ma nuove consapevolezze:

  • primo fra tutte che siamo vulnerabili, come individui, come collettività e come paese. E alcune categorie lo sono più di altre, basti pensare ai giovani e alle donne. Queste ultime hanno pagato un prezzo altissimo per la gestione del maggior lavoro domestico e familiare a seguito della chiusura di scuole, asili, del distanziamento fisico dai nonni e dell’interruzione di molti servizi rivolti alle famiglie.
  • il valore della pazienza, del saper attendere e “mettersi in fila” perché c’è chi realmente sta peggio di noi. La salute non è più data per scontata, ma ha fatto un balzo in avanti nelle priorità di tutti e si è posizionata come conditio sine que non per lavorare, socializzare, vivere.
  • non c’è più tempo per le cose poco importanti, superficiali e superflue. Abbiamo perso fin troppo tempo con i lockdown e ora vogliamo solo concentrarci su ciò che è veramente essenziale per noi e per la nostra vita.
  • il coraggio, è uscito dai film epici o dai romanzi di avventura ed è entrato prepotentemente nel nostro agire quotidiano. Avremo bisogno di tutto il coraggio possibile e immaginabile per ricostruirci nuove prospettive, un futuro, per andare avanti senza chi non ce l’ha fatta o senza chi non si è dimostrato all’altezza per starci a fianco in questo lungo percorso di distruzione e ricomposizione.

Chi fa impresa sono persone che hanno attraversato questo periodo con la doppia responsabilità di resistere per sé e per coloro che fanno parte della propria organizzazione e filiera produttiva, in un equilibrio di impegno rafforzato e amplificato.

La situazione che abbiamo vissuto e che stiamo ancora vivendo, ha scardinato e riordinato le priorità, anteponendo ad ogni obiettivo di business e di profitto la tutela della salute di dipendenti, clienti, fornitori, e in generale della comunità.

La pandemia impone alle aziende alcuni trade-off etici. La fase di ripartenza e ricostruzione pone al centro il nodo profitto/benefici sociali e ambientali.

È l’epoca dei bilanciamenti: basti pensare al trade off sicurezza sanitaria-libertà individuale, emersa durante i periodi di chiusure forzate. Così come il bilanciamento tra salute pubblica e crescita economica, due facce della stessa medaglia, ma spesso contrapposte in un dibattito spesso divisivo e violento.

Il modello di impresa che deve emergere nel post pandemia deve necessariamente poggiare le sue basi sul “double purpose”: obiettivi di business e di profitto devono affiancarsi pari merito ad obiettivi di responsabilità sociale e ambientale. Il modello imprenditoriale deve tendere al raggiungimento non solo di fini di lucro, ma anche di più finalità di beneficio comune.

In Italia esiste un modello giuridico che incorpora questa nuova filosofia imprenditoriale: è il modello delle società benefit, introdotto nel nostro ordinamento con la legge di stabilità del 2016, già adottato da oltre 500 società italiane. Sono le aziende che meglio di altre hanno resistito all’urto pandemico e che rappresentano, oggi, un modello di riferimento per le tante aziende eccellenti del nostro paese, che hanno colto dalla crisi dell’ultimo anno delle opportunità per cambiare ed evolversi.

A nostro avviso, la direzione verso cui il mondo produttivo dovrebbe guardare è proprio quello delle benefit corporation. Un modello che mira alla creazione di valore condiviso per tutti gli stakeholders, vale a dire tutti i portatori di interesse (fornitori, clienti, partner commerciali, la comunità) in una prospettiva sistemica centrata sull’essere umano e sull’ambiente in cui vive.

Per concludere, la pandemia ci ha tolto molto, ma ci ha anche portato una nuova visione di futuro. Sta a noi fare la nostra parte, progettando e, nel caso, ridisegnando le nostre aziende e i nostri modelli di business su nuovi principi e su nuove fondamenta, più responsabili e sostenibili.

“E naturalmente dovrai attraversarla, quella violenta tempesta di sabbia. È una tempesta metafisica e simbolica. Ma per quanto metafisica e simbolica, lacera la carne come mille rasoi. Molte persone verseranno il loro sangue, e anche tu forse verserai il tuo. Sangue caldo e rosso. Che ti macchierà le mani. È il tuo sangue, e anche sangue di altri.

Poi, quando la tempesta sarà finita, probabilmente non saprai neanche tu come hai fatto ad attraversarla e a uscirne vivo. Anzi, non sarai neanche sicuro se sia finita per davvero. Ma su un punto non c'è dubbio. Ed è che tu, uscito da quel vento, non sarai lo stesso che vi è entrato. Sì, questo è il significato di quella tempesta di sabbia.” (Haruky Murakami, Kafka sulla spiaggia).

 

Alessandra Lomonaco

Ceo e Founder di Huky srl Società Benefit

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