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Celeste D'Arrando: Welfare di comunità, disabilità e accessibilità universale

Questa emergenza che ha stravolto il nostro Paese sotto ogni punto di vista, sanitario, sociale ed economico, rappresenta sicuramente un monito per non commettere gli errori degli ultimi 20-30 anni come i tagli lineari fatti sia in Sanità sia nella Scuola. Dall’altro, l’emergenza è anche un’opportunità per ricostruire. Non è necessario cancellare il passato, ciò che attualmente esiste, o voler fare tabula rasa. È sufficiente saperne trarre insegnamento, correggendo laddove è necessario farlo avendo chiara la visione d’insieme, puntando ad obiettivi chiari sia a medio che a lungo termine.

Immaginare l’Italia dopo la pandemia è una sfida complessa, ma necessaria per chi fa politica e lavora per il rilancio della nostra Italia. Ecco perché stiamo lavorando costruttivamente, anche come Parlamento, al PNRR (Piano nazionale di Ripresa e Resilienza). Un’occasione unica e di fondamentale importanza perché grazie alle rilevanti risorse del Recovery Fund possiamo attuare quelle riforme che i nostri cittadini e le nostre cittadine da tempo ci chiedono e di cui hanno bisogno per ripartire, dopo una pandemia che ci è costata più di 100mila vite umane e ancora oggi mette alla prova ognuno di noi, dai giovani costretti alla didattica a distanza e deprivati della necessaria socialità, agli adulti gravati dalla paura per la salute e per il lavoro.

L’occasione rappresentata dal Next Generation Eu è quella di ripensare completamente il nostro sistema, incanalando nella maniera corretta gli investimenti e definendo nel dettaglio le priorità di azione. Fondamentale sarà saper porre la giusta attenzione su alcuni temi rilevanti come il welfare di comunità, una legislazione omogenea nell’ambito della disabilità e l’accessibilità universale.

Il tema della disabilità deve essere affrontato a più livelli per raggiungere finalmente quell’accessibilità universale che non è solo abbattimento delle barriere architettoniche, bensì è tanto altro come per esempio rendere accessibili i siti istituzionali, realizzare eventi sul territorio inclusivi, insomma indossare i panni di ogni cittadino o cittadina, con disabilità o no, nel momento in cui si mettono in campo atti amministrativi territoriali o quando si intraprendono azioni politiche e di partecipazione alla vita pubblica. Per fare questo è importante dotare le pubbliche amministrazioni di professionalità come il Disability Manager, che riescono sia a dare suggerimenti efficaci per migliorare l’inclusione e, in generale, per promuovere una vera accessibilità universale sia a realizzare processi di know-how con l’obiettivo di condividere conoscenze e competenze.

Un’altra proposta, volta alla realizzazione del welfare di comunità, è il Budget di Salute, già sperimentato con successo in diverse regioni italiane, oggi oggetto di un Disegno di Legge a mia prima firma ma che rappresenta il risultato di un lavoro con tanti compagni e compagne di viaggio. Si tratta di un modello sinergico che ha dimostrato di essere virtuoso perché in grado di ridare dignità alla persona con disabilità e non solo, toccando diversi ambiti della sua esistenza e avendo come obiettivo la vita indipendente. Il PNRR potrebbe servire ad accelerare il processo di implementazione di questo modello e rivoluzionare davvero il paradigma, per portare questa esperienza in sempre più realtà, ribaltando anche la concezione per la quale alcuni interventi riabilitativi sono dei costi per il sistema sanitario e non delle opportunità per la società e per la comunità, oltre che per le persone prese in carico.

Abbiamo il dovere di ricomporre la frattura purtroppo ancora oggi esistente tra sistema sanitario, sociale e assistenziale e arrivare alla costituzione di un bilancio unico oltre che di una concreta integrazione sociosanitaria a tutti i livelli istituzionali: nazionale, regionale e comunale.

Ascoltando le esperienze delle associazioni e degli enti del terzo settore che in prima linea hanno potuto sperimentare lo strumento innovativo del Budget di salute, è facile comprendere l’importanza della cogestione dei progetti individualizzati tra pubblico e privato sociale. L’obiettivo, attraverso il Budget di Salute, è quello di costruire un ambiente terapeutico globale, che coinvolge le comunità di appartenenza della persona presa in carico, nel rispetto della familiarità. In questo modo la persona ricostruisce le sue relazioni e si sente parte di qualcosa, in un ambiente che viene rigenerato.

Sarebbe auspicabile che all’interno del PNRR si preveda l’inserimento del Testo Unico per le disabilità al fine di dare una sistematicità agli interventi normativi.

Necessario è anche riservare attenzione al tema del Caregiver Familiare, oggetto di varie proposte di legge in discussione al Senato.

Al momento non è ancora una figura disciplinata in maniera organica dal legislatore ed è, quanto mai urgente, agire su questo punto regolando una volta per tutte e in maniera esaustiva questa figura oggi indispensabile all’interno di quelle famiglie con al proprio interno persone con disabilità e anziani non autosufficienti. Soprattutto perché, spesso, a ricoprire questo ruolo sono donne che rinunciano sia alla propria vita come persone sia al proprio lavoro senza avere nulla in cambio oltre ad avere una rete sociosanitaria depotenziata che non le supporta sufficientemente

Quindi, in conclusione, è necessario ripartire dalle persone e dalle loro esigenze per mettere le basi di una società diversa che archivi tutte le discriminazioni e sappia riconoscere le peculiarità di ognuno.

La ripresa e la resilienza dovranno passare soprattutto da qui.

 

Celeste D'Arrando

Parlamentare Movimento 5 Stelle

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