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Non c'è PNRR senza riforme

Dalle riforme unica via per una Italia moderna ed ambiziosa, ce lo chiede anche l'Europa.

Lo scorso 27 aprile il Senato, dopo l’approvazione alla Camera, ha dato il via libera al Recovery Plan che vale 248 miliardi tra fondi europei e risorse messe a disposizione dal nostro Paese.

Il Piano, di cui giustamente da tanto e tanto si parla, al suo interno prevede anche un’ importante  pacchetto di riforme, in ambiti nei quali da tempo se ne sente la necessità. Parliamo di pubblica amministrazione, della giustizia, della semplificazione normativa e della concorrenza.

Epocale dunque non sarà soltanto riuscire a raddrizzare la barra del timone dell’Italia per farla nuovamente navigare in acque tranquille, dopo la crisi pandemica che ha portato con sé danni economici e sociali, ma riuscire a trovare rimedio alle tante debolezze strutturali della nostra economia, partendo anche da riforme necessarie e non più procrastinabili.

Su questo vorremmo stimolare alcune riflessioni, perché ad oggi sappiamo solo che arriveranno tante risorse economiche che sono però vincolate dall’Europa a riforme da mettere in atto. Non abbiamo ancora conoscenza però, se non per qualche sentito dire, del contenuto o dei termini temporali delle riforme. In altre parole sappiamo che sono previste delle riforme, ma siamo all’oscuro di quando farle, come farle ed entro quale tempistica. 

Non dimentichiamoci che tutti i Paesi europei nei loro Recovery Plan devono prevedere delle riforme, che sono parte integrante del Piano e saranno vagliate attentamente dalla Commissione Europea.

E’ dunque necessario che le riforme siano quanto più possibile chiare e dettagliate nella loro previsione.

Il nostro PNRR prevede diverse tipologie di riforme, che possono essere così classificate: riforme orizzontali, abilitanti e settoriali

Nella prima categoria rientrano la riforma della Pubblica amministrazione e della giustizia, mentre tra le riforme abilitanti, cioè quelle finalizzate a facilitare e garantire maggiore risultati agli investimenti da mettere in campo, abbiamo le riforme necessarie per la semplificazione normativa ed anche quelle nel settore della concorrenza. Non di minore importanza poi sono le riforme definite settoriali che devono prevedere innovazioni normative finalizzate ad avere dei sistemi regolatori e procedurali improntati, nei rispettivi ambiti settoriali, ad una maggiore efficienza.

Quale riforma della Pubblica amministrazione serve al nostro Paese per innovarla e renderla moderna, efficace ed efficiente?

Una delle piaghe dell’Italia è l’eccessiva durata dei processi ed il peso degli arretrati giudiziari, su quali leve deve muoversi la riforma della giustizia per avere un sistema giudiziario strutturalmente più efficiente?

Semplificazione e concorrenza, in che modo le riforme potrebbero garantire l’attuazione e il massimo impatto degli investimenti

La riforma fiscale, da tempo e da più parti invocata, può partire dalla revisione dell’Irpef , da un'azione di contrasto all’evasione e dal federalismo fiscale

A risposte su queste domande daremo spazio su Economia News, per dare voce alle varie posizioni e ipotesi risolutive.

 

Massimo Maria Amorosini

Direttore Responsabile Economia News 

 

 

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